In alto i cuori: come cambiare lo stato d’animo dei bimbi! SECONDA PARTE

La PNL , maestra da 40 anni nella gestione dello Stato d’animo, ci insegna che per entrare nello stato desiderato bisogna agire su almeno uno dei lati di un triangolo. Vediamoli insieme.

PRIMO LATO: LA FISIOLOGIA (postura, movimento, biochimica)

Elly, mia figlia di 11 anni, ha imparato che se vuole riattizzare la sua tenuta attentiva per studiare, deve mantenere una postura ben dritta verso il cielo (sia che sia in piedi sia che sia seduta), dimenticando lo stravaccamento sulla sedia, a mo’ di sottiletta fusa.

Poi, spesso e volentieri, ricorre agli attrezzi della nostra palestra casalinga e si fa anche solo un minuto di corsa sul tapis roulant più forte che può.

Si idrata, bevendo della sanissima acqua, e mangia dei crackers o un frutto introducendo degli zuccheri, respirando a pieni polmoni e sparandosi un sorriso a 14.352 denti sul viso.

Troppe volte noi genitori sottovalutiamo l’importanza della fisiologia e quando i nostri figli diventano noiosi o “rompenti”,  il più delle volte basta reidratarli, far riprendere quota alla curva glicemica facendogli sgranocchiare qualcosa, e farli muovere (spesso a casa mia uso la scusa di farmi dare una mano per portare delle cose in cantina o andare a buttare via il riciclo, per fargli fare le scale e prendere una boccata d’aria!).

SECONDO LATO: LA LINGUISTICA

Possiamo usare il cosidetto Vocabolario Trasformazionale: “Questo compito è impossibile!” => “Questo compito è impegnativo”.

Oppure le parole salvezza: “Non ce la faccio” => “Non ce la fai ancora (o per adesso!)”

Anche le domande aiutano a far cambiare lo stato: “Che cosa è giusto fare adesso?”, lasciando al ragazzo di fare una ricerca interna per trovare lui la risposta!

Infine, ci sono le Metafore (“Ma tu sei una roccia”, “Sei meglio di Ben Ten, delle Winx, ecc.”) e i Mantra, ovvero frasi che andrebbero masticate il più spesso possibile, anche come slogan: il genitore esclama “Va tutto bene” e il figlio risponde “Yes, è tutto ok!”.

TERZO LATO: IL FOCUS

Penso che in tutte le case del mondo, si combattano quotidianamente battaglie, senza spargimenti di sangue, ma con effluvi e dispersioni di energie considerevoli: dal “non voglio andare a scuola” a “voglio finire di guardare il cartone, di giocare a questo gioco”… e il braccio di ferro che intraprendiamo non fa altro che generare una escalation che sfocia, di solito, in un uso della nostra autorità espressa con parole e toni di voce tutt’altro che amichevoli.

Ed è proprio lì il punto: se facciamo rimanere il ragazzo sulla stessa rappresentazione interna, indirettamente non facciamo che alimentare questo focus.

Può rivelarsi utile, allora, distrarre il ragazzo inserendo noi nella sua testa una rappresentazione interna (ricordo, immagine, parole, sensazioni) che facciano perdere la presa e terreno a quello che in quel momento sembra non lasciare spazio ad altro.

L’avete provata tutti l’esperienza che se anche solo per un minuto i nostri ragazzi smettono di guardare un cartone, poi il cartone li attirerà sempre di meno e potremo suggerire di fare altro.

Come padre, e lo sanno bene tutti i padri di questo mondo, riuscire ad allontanare il figlio piccolo dalla madre, anche solo per portarlo al parco dove si divertirà come un pazzo, è un’arte!

Io sono grato alla Pnl che mi ha dotato di questo strumento del cambio focus che mi ha permesso di sopravvivere ad attaccamenti alle ringhiere delle scale, accasciate al suolo, pianti strazianti… semplicemente parlando del cane che ieri ci ha leccato la faccia, di Shrek che ha salvato Fiona dal drago con Ciuchino, del pupazzo di neve che ha perso il naso, ecc.

A questo punto non mi rimane che augurarvi Buon Divertimento!!!

a cura di Michele de Santis

 

La prima parte dell’articolo la potete trovare qui: http://www.modenabimbi.it/?p=5837

Michele De Santis, life coach, Master in Programmazione Neuro Linguistica e in Reiki