Nuovo appuntamento con la nostra rubrica dedicata allo sviluppo del linguaggio dei bambini.

Stimolazione verbale nei bambini, si, no, qual è la misura giusta? Ne parliamo con la dottoressa Maria Giovanna Roio, logopedista.

Buongiorno dottoressa,

le scrivo perché mio figlio di 23 mesi non parla ancora. Dice solo mamma e papà e sa fare i versi di tutti gli animali. E’ un bambino molto socievole e va al nido ormai da un anno e mezzo. Si relaziona bene con gli altri, non ama stare da solo e sa fa capirsi quando vuole una cosa. Comprende un sacco di parole, ad esempio se gli diciamo MESTOLO corre di là in cucina per andare a prenderlo. La cosa che ho notato è che più ci impegniamo a scandire meglio le parole e a ripeterle, più lui non sembra interessato. Leggiamo tante favolette a mio figlio già da quando aveva 6 mesi, non vorrei che tutti questi stimoli ottenessero l’effetto contrario. Mi piacerebbe ricevere un suo parere al riguardo, per capire come è meglio comportarmi.

Risponde la dottoressa Roio

Buongiorno,

le stimolazioni verbali che state utilizzando sono corrette e quindi non sono da considerarsi controproducenti: magari quello che può sfuggire è invece la comunicazione di tipo non verbale, ovvero gesti, mimica, espressioni che accompagnano il dialogo con il vostro piccolo. Attraverso le espressioni facciali, solitamente in maniera inconscia, può capitare di trasmettere ansia al bambino; in questo caso il bambino si sente messo alla prova e di fronte ai primi insuccessi verbali potrebbe decidere di non riprovare per non deludere l’interlocutore adulto.

Al contrario queste prime interazioni verbali dovrebbero essere caratterizzate dal piacere dello scambio comunicativo, ovvero il bimbo dovrebbe essere pienamente soddisfatto del momento passato insieme per poi poter ritentare successivamente. Rilassatevi e non pretendete troppo dal vostro bambino, assecondate le sue scelte e sorridetegli con fiducia. Quello che fate insieme non è un test per verificare le sue abilità, ma un momento di gioiosa condivisione in cui dovete sostenere il vostro piccolo con tutte le vostre forze.

Altro elemento fondamentale è il contatto oculare: guardatelo negli occhi e, dopo aver scandito bene la parola, non chiedetegli di ripetere, ma attendete qualche momento ed accertatevi che lui vi abbia guardato bene per poter imitare i vostri movimenti articolatori. Spesso i bambini che sono in ritardo con lo sviluppo linguistico hanno difficoltà ad imitare gesti ed espressioni mimiche: è opportuno stimolarli anche nell’imitazione della comunicazione non verbale per poi arrivare al linguaggio vero e proprio.

Altro punto da non dimenticare è la preparazione dell’ambiente di stimolazione linguistica: fate attenzione ad eliminare qualsiasi fonte di distrazione visiva ma anche uditiva dalla stanza poiché nel bambino piccolo i tempi di attenzione sono estremamente ridotti. Quindi via cellulare, tablet, televisione, radio, altri elettrodomestici in funzione; disponete intorno invece piccoli libricini adatti e giochi che stimolino l’interazione verbale.

Provate a dedicare una decina di minuti al giorno per la stimolazione verbale nel vostro bambino e, se nel giro di due o tre mesi non notate alcun progresso, rivolgetevi allo specialista per una visita logopedica in cui potrà darvi suggerimenti più specifici.

Articolo a cura della Dott.ssa Maria Giovanna Roio Logopedista in Modena

Cell: 340 9974500 Web: www.logopediamo.it

Per domande potete scrivere a info@modenabimbi.it