Continua la collaborazione con Michele de Santis, il nostro coach di Pnl, autore del libro “Pnl per genitori”.

 

Un’altra fondamentale scoperta della PNL è relativa alla possibilità di “viaggiare” lungo la linea del tempo per modificare la percezione di un accadimento passato (che ha ancora presa sull’oggi) e la percezione di un obiettivo da realizzare nel futuro, programmando in maniera vincente il nostro inconscio al fine di poterlo raggiungere più agevolmente.

In questo caso, vi illustro la tecnica della Time Line attraverso l’interazione tra me ed Elly di qualche settimana fa.

Di rientro dal lavoro in ufficio, mi ritrovo Elly con gli occhi lucidi sul suo libro di Storia dell’arte: l’indomani avrebbe avuto un’interrogazione e si sentiva completamente bloccata di fronte alla sua insegnante.

Le ho proposto subito un “piennellino” (come lo chiama lei) ed ha accettato.

La prima tecnica che mi è venuta in mente è stata proprio la Time Line.

Ci siamo ritrovati sul divano a cercare di individuare l’obiettivo che è risultato essere: “riuscire a rimanere serena per poter dire tutte le cose che ho studiato.”

Alzandoci in piedi, ho chiesto ad Elly di immaginare una linea che attraversasse la stanza, la sua linea del tempo, scegliendo in che direzione posizionare il futuro e in quale il passato.

Le ho chiesto di “salire” sul suo presente e di girarsi in direzione del futuro, lasciando alle spalle il pezzo di retta che rappresentava il suo passato.

Le ho chiesto di visualizzare un punto preciso lungo la linea del suo futuro dove posizionare l’interrogazione del giorno dopo; ed Elly mi indicò una mattonella precisa.

Pensando all’obiettivo (rimanere sereni), le ho chiesto di camminare lentamente all’indietro sulla linea del passato, ricercando con la mente un momento nel quale ha provato questo stato-risorsa al massimo, fermandosi nell’incedere una volta trovato il ricordo.

Dopo pochi passi, ad Elly affiorò il ricordo di un momento preciso dell’estate precedente: si trovava in una località dell’appennino emiliano, su una panchina in compagnia della sua migliore amica, Giorgia.

Abbiamo lavorato sulle Sub-modalità o, più semplicemente, le ho chiesto di portare al massimo questa sensazione di serenità, lavorando su tre aspetti:

  1. visivo: abbiamo allargato l’immagine che vedeva nella sua mente, rendendo i colori più vividi e trasformando l’immagine fissa in un breve filmato, mandandolo in loop;
  2. auditivo: abbiamo preso i suoni che sentiva (fragorose risate) e dal punto preciso dove sembravano scaturire, abbiamo alzato il volume e abbiamo cosparso di suoni tutto il suo corpo, da un lato e dall’altro, davanti e dietro, in un effetto stereofonico avvolgente;
  3. cinestesico: abbiamo preso la sensazione positiva che avvertiva nella sua pancia e seguendone il movimento circolare, l’abbiamo ampliata, dandole un colore e colorandola tutta di quel medesimo colore, ampliando i cerchi della spirale.

A quel punto (peak state), le ho chiesto di fare un gesto (chiudere il pugno della mano destra nel suo caso), ancorando questo stato a quell’innesco preciso.

Da lì, le ho chiesto di riprendere a camminare, con l’ancora attivata (pugno chiuso) fino al suo presente, tenendo gli occhi fissi sull’obiettivo (l’interrogazione del giorno dopo, su quella precisa piastrella).

Dal presente, l’ho fatta procedere in direzione dell’obiettivo futuro e al mio via, l’ho fatta entrare fisicamente nell’obiettivo, ponendo entrambi i piedi su quel pezzettino di futuro che tanto la spaventava, invitandola a immaginarsi positivamente l’evento (una splendida interrogazione con lei che era perfettamente serena).

Quindi, le ho chiesto di voltarsi verso il suo presente e di gridare all’Elly, che era rimasta lì, qualche suggerimento (“ce la puoi fare!” ha gridato Elly).

Poi, Elly è ritornata fisicamente sul suo presente e le ho chiesto di guardare il suo obiettivo e di dirmi se fosse cambiato: Elly mi ha comunicato che le sembrava più vicino e più “facile” da raggiungere.

Prese un 6 e mezzo nell’interrogazione, ma un 10 e lode per la serenità se lo diede da sola!

Vi aggiungo qualche variante che potrete inserire una volta che padroneggerete questa tecnica:

  1. un attimo prima / un passettino prima di entrare nell’obiettivo, fate mettere solo il naso dentro, incominciando a pregustare come sarà bello entrare e raggiungere l’obiettivo; è come fare un piccolo assaggio prima di addentare il cibo desiderato.
  2. Una volta entrati nell’obiettivo, fate annodare un elastico (di quelli enormi da Bungee Jumping per intenderci) alla vita di vostro figlio, fissando l’altra estremità con un robusto gancio metallico all’obiettivo; indietreggiando verso il presente, vostro figlio dovrà immaginare di sentirsi tirare fortissimamente.
  3. Fategli immaginare uno specchio sul lato destro, di fianco a lui, appoggiato a terra, della forma che lui vuole, con la cornice che più gli piace. A questo punto, dovrà strapparsi di dosso tutte le resistenze che avverte, localizzate in qualche parte del corpo, gettandole poi nello specchio che le assorbirà. Eliminate tutte le resistenze, fate rompere lo specchio in mille pezzi, facendoci saltare sopra vostro figlio.
  4. Vostro figlio potrà immaginare un mentore, una persona per lui significativa (anche che non c’è più); e questa Guida dovrà suggerirgli nell’orecchio una frase potenziante, un incitamento, e poi dovrà consegnargli in mano un dono/simbolo che porterà con sé lungo la strada che lo separa dall’obiettivo.

N.B. Qualora una “passeggiata nel tempo” non fosse sufficiente, puoi chiedere a tuo figlio di quale altro stato-risorsa avrebbe bisogno (coraggio, determinazione, gioia, ecc.) e puoi farlo ritornare indietro nel passato e ripetere il procedimento fino a che non si sente soddisfatto.

La Time line può essere utilizzata anche a livello conversazionale: “ti ricordi di quella volta che sei riuscito a …, pensa che sarà la stessa cosa e come sei riuscito in passato, potrai riuscirci ancora facilmente adesso.”

La Time Line, come ti sarai reso conto, è un distillato di essenze “piennellesche” facilmente scorporabili.

Ad esempio, le Submodalità possono essere applicate ai capricci: la nostra Anna è abituata a fare la spola in bagno a buttare nel water i capricci, tirando poi l’acqua.

E’ necessario prima cercarli e trovarli in qualche posto dentro o sul corpo per poi strapparseli di dosso.

Esiste anche un’altra variante più divertente: buttare i capricci al fratello Tommaso, che da quel momento incomincia scherzosamente a tenere il broncio o a dire che non vuole più mangiare, ecc..

Anche il rimodulare i toni di alcune frasi, rientra nei cambiamenti delle Sub-modalità auditive: “non voglio fare il bagno”, ridetto con la voce di Titty (non voglio faLe il bagno) o piangendo disperatamente e singhiozzando mentre la si ripete, sbattendo i pugni sul tavolo…

Anche l’installazione di Ancore, può essere scorporata: a casa De Santis, ogni volta che uno dei nostri 3 figli è in uno stato positivo in seguito ad un evento gratificante (aver fatto un bel disegno, portato a casa un bel voto o detto qualcosa di particolarmente significativo) è mia abitudine poggiare una mano sulla spalla (Ancora cinestesica), esclamare con voce calda “Bravissimo/a” (Ancora auditiva) e posizionarmi di fronte al viso di mio figlio (Ancora visiva).

Avviene una sorta di stratificazione di neuro associazioni tra uno stato interno emotivo e uno stimolo esterno (mano, suono, viso mio).

Sarà sufficiente poggiare la mano sulla spalla nello stesso modo o ripetere “Bravissimo/a” con lo stesso tono o fare rivedere il mio volto per far accedere mio figlio ad uno stato positivo, senza che neanche lui se ne accorga… non fa miracoli, ma qualche volta si migliora il clima familiare!

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Michele De Santis, life coach, Master in Programmazione Neuro Linguistica e in Reiki.

 

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