Recensione del libro Che rabbia! di Mireille d’Allancè per Babalibri

cherabbia

Un bambino, Roberto; un’emozione, la rabbia. In poche pagine, facili ed immediate, un racconto, squisito, di come alcune correnti emozionali si sviluppino e generino comportamenti più o meno adeguati ed utili per noi.

E’ davvero una brutta giornata se il cielo manda pioggia e la racchetta da tennis ci si rompe (cosa farcene mai di una racchetta con il buco?!): ed ecco Roberto, sette anni su per giù, rientrare con la sua brutta giornata.

Ad accoglierlo non una parola che noti la racchetta sfilacciata ed il suo viso cupo, arrabbiato: un papà- maggiordomo, con cravatta e guanti da cucina, ordina, soltanto, di togliersi le scarpacce (e quella giornataccia grigia, troppo fango, troppo sporco); più tardi, scomparendo quasi dalla scena, manda Roberto in camera sua.che rabbia

Il piccolo, d’altronde, restituisce monete simili: le scarpacce volano, gli spinaci restano nel piatto.

Come a dire, le emozioni non nominate diventano scariche motorie un po’ confuse e lo stomaco si chiude, incapace di nutrirsi di relazioni che metabolizzino ciò che risulta indigesto alla mente di un bambino.

Si affaccia qualcun altro: un gigantesco scimmione rosso prende corpo nella camera di Roberto, a partire da una zona rossa della sua fronte.

La Cosa distrugge, scaravolta, rovescia: è la rabbia al lavoro, non più contenuta e contenibile nella mente da una parola adulta che la riconosca, la nomini e le offra un senso.

La rabbia diventa dunque movimento ed azione, in mancanza di una reverie che bonifichi e trasformi, in mancanza di un adulto con il coraggio e la sensibilità di avvicinare il fango e le scarpacce, prendendosene cura.

D’altro canto qualcosa ugualmente accade, nella camera di Roberto, qualcosa di molto importante per la vita psichica di ognuno: la riparazione, strettamente collegata alla capacità di preoccuparsi.

Roberto cerca di aggiustare il camion scaraventato dallo scimmione, tenta di distendere le pagine stropicciate di un libro, è preoccupato per i suoi giocattoli: di pari passo la Cosa si rimpicciolisce, diventa piccola, sta in una scatola, ormai gestibile come emozione all’interno del Sé, senza sfociare in agito distruttivo.

Pagine interessanti, da percorrere con i nostri bimbi, fin dall’età del nido. Nei piccoli lettori prenderà spazio l’idea di emozioni che sono veri e propri personaggi del proprio mondo interno e della vita di tutti i giorni, protagonisti assai importanti a cui accordare cittadinanza e residenza, in quanto ci rendono vivi, a patto, però, di non rovinare troppo ciò che ci sta a cuore.

Per i grandi lettori, invece, alcuni spunti di marca psico-pedagogica. E ne cito un paio: la necessità di riconoscere e dare voce agli stati emotivi dei bambini, tenendoli per mano nella scoperta e nell’appropriazione di un nuovo alfabeto e di una nuova sintassi che servono a dar forma a ciò che ci attraversa; la possibilità di riparare e restituire, come possibile chiave trasformativa che caratterizzi sanzioni in grado di aggiungere, anziché togliere, capaci di chiedere l’assunzione di responsabilità, invece di sottrarre opportunità di partecipazione ed attivazione personale del bambino nel risarcire un ambiente in qualche modo danneggiato.

Al posto del “niente TV”, come genitori, arrischiamoci nelle terre creative del “Aiutami ad apparecchiare”, “Raccogliamo tutte le caramelle che sono cadute” ,“Prova, con un disegno, a chiedere scusa al tuo fratellino…”. Con i bambini e non solo: anche gli adolescenti hanno bisogno di una presenza adulta in grado di testimoniare con senso di realtà una crescita in atto.

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a cura della dottoressa Natalia Tomei

Dott.ssa Natalia Tomei, laureata in Psicologia ad indirizzo Clinico e di Comunità presso l’Università’ degli studi di Bologna con tesi in Neuropsichiatria Infantile;diploma di specializzazione in psicoterapia ad orientamento psicoanalitico per adolescenti e adulti.